Sit-in per gli operai dell'Adelchi di Tricase a Roma sotto la Regione Puglia

CSLS - Comitato Sostegno Lavoratori Salentini

NON PIU' SALENTO DA SFRUTTARE!

giovedì 3 dicembre 2009

COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA

Negli anni ’80 il Salento ha visto la trasformazione dell’attività economica da agricolo - artigianale ad industriale. Con enormi finanziamenti e benefici fiscali in favore di padroni ed industriali, sono state impiantate centinaia di fabbriche solo di settori sulla cui produzione incideva maggiormente la forza lavoro (tessile, calzaturiero, confezioni, ecc.).

In pratica, il motivo della industrializzazione del Salento consisteva nel beneficio di finanziamenti pubblici e sullo sfruttamento di manodopera a basso costo e ciò con la scusa di creare occupazione. Da alcuni anni, però, nel Salento è in corso la più massiccia delocalizzazione delle fabbriche. La politica aziendale degli industriali prevede il licenziamento di migliaia di operai, la chiusura delle fabbriche nel Salento ed il loro trasferimento nei paesi del Terzo Mondo dove pagano con un euro al giorno i lavoratori ricattati dalla fame.

Questa politica di licenziamento nel Salento e trasferimento delle fabbriche ha comportato, solo nel comparto calzaturiero, il licenziamento di oltre 10.000 operai. I calzaturifici Adelchi di Tricase e Filanto di Casarano ne sono un esempio.
Tutto questo è avvenuto ed avviene non per la crisi economica. Anzi, avviene nonostante l’aumento delle commesse, l’aumento del fatturato, l’aumento dei profitti e la concessione di enormi benefici e finanziamenti pubblici in favore degli industriali per garantire l’occupazione.
E’ chiaro che tutta questa politica delle aziende crea disoccupazione nel Salento e affamamento delle popolazioni del Terzo Mondo.
Negli ultimi mesi si registrano ulteriori licenziamenti. Solo nel comparto calzaturiero si prevedono ulteriori 1.600 licenziamenti che incideranno tragicamente sull’economia del territorio al punto da renderla arida e senza futuro, garantendo alla popolazione solo disoccupazione ed emigrazione. Il Salento, quindi, è stato considerato come una terra di conquista, dove speculare, distruggere il territorio, ottenere il massimo profitto e scappare via.
Il Salento è stato considerato come un limone da spremere e poi buttarlo via.
Queste ingiustizie sono avvenute ed avvengono con la complicità di tutte le istituzioni nazionali e delle amministrazioni locali che finanziano i padroni e li aiutano a licenziare gli operai. I sindacati si sono resi complici di questo delitto.

TUTTO QUESTO E’ CRIMINALE !

Noi salentini, studenti e lavoratori fuorisede, sentiamo l’esigenza di dire basta alle ingiustizie cominciando a combattere chi vuole speculare sulla vita dei lavoratori e dell’intera popolazione salentina.
Riteniamo di doverci far sentire contro la passività, contro l’indifferenza, contro la rassegnazione, contro le ingiustizie.
Abbiamo deciso, quindi, di costituire un comitato di sostegno alle lotte dei lavoratori che rivendicano la salvaguardia del posto di lavoro, il blocco totale dei licenziamenti e della cassa integrazione, il rientro in fabbrica di tutti i lavoratori – nessuno escluso – il salario per tutti.
Affermiamo che nel Salento non ci siano più licenziamenti. Nessun posto di lavoro deve essere toccato.
Filanto ed Adelchi e le altre aziende devono immediatamente revocare i licenziamenti e la cassa integrazione ed aumentare l’occupazione !
Intraprenderemo tutte le iniziative possibili e dirette a raggiungere questo traguardo ed affinché il Salento non sia più una terra di conquista ed i salentini non più limoni da spremere e buttare. Dobbiamo avere la consapevolezza che la ragione sta solo dalla nostra parte.
Invitiamo tutti ad una più ampia partecipazione ed adesione a questa iniziativa, in maniera compatta ed unita, perché uniti saremo forti e forti vinceremo.


Roma, 28 novembre 2009.

Comitato di Sostegno ai Lavoratori Salentini

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